Si è tornati a discutere in Regione Puglia del diritto alla mensa e all’erogazione dei buoni pasto per i dipendenti delle aziende sanitarie locali. Nella giornata di mercoledì 4 giungo si sono svolte le audizioni dei vertici delle Asl pugliesi, dei sindacati di categoria, dell’assessore al Bilancio Amati e del Dipartimento Salute, su iniziativa anche dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Grazia Di Bari e Marco Galante, capogruppo pentastellato.
“Il diritto alla mensa, o in alternativa al buono pasto sostitutivo, spetta a tutti i lavoratori della sanità che superano le sei ore di lavoro giornaliere”, hanno sottolineato Di Bari e Galante, evidenziando come la situazione in Puglia sia attualmente molto differenziata da azienda a azienda.
Secondo quanto emerso nel corso delle audizioni, ad oggi il servizio è garantito in maniera completa soltanto alla Asl di Bari, a seguito di un lungo contenzioso risolto nel 2017 con una transazione da 15 milioni di euro, e alla Asl di Foggia, dove la questione è stata regolamentata quest’anno con l’avvio del servizio previsto entro il 30 giugno. Al Policlinico Riuniti di Foggia la mensa esiste, ma non è attiva nei fine settimana. Alla Asl di Brindisi il servizio mensa è presente esclusivamente presso l’ospedale Perrino, mentre nelle Asl di Taranto, Bat e Lecce il diritto non risulta garantito.
“La Regione deve assumersi la responsabilità di definire linee guida uniformi per tutte le aziende sanitarie, evitando che ogni Asl disciplini in modo diverso una materia che dovrebbe essere uguale per tutti”, hanno aggiunto i consiglieri del M5S.
Al centro del problema vi è la questione finanziaria, legata ai vincoli nazionali di spesa sul personale. Essendo i buoni pasto considerati a tutti gli effetti un costo per il personale, l’introduzione del servizio rischia di far sforare i tetti imposti, determinando la difformità attuale e aprendo la strada a numerosi contenziosi. In diversi casi, infatti, i lavoratori hanno già ottenuto ragione in sede giudiziaria, comportando ulteriori costi per le aziende sanitarie.
“Abbiamo richiesto un report completo sui ricorsi presentati in ogni Asl e sulle spese sostenute dalle aziende nei casi in cui sono risultate soccombenti. I dati ci saranno consegnati entro una decina di giorni per avere un quadro preciso della situazione”, hanno spiegato Di Bari e Galante.
Durante l’audizione, l’assessore Amati ha riconosciuto la fondatezza delle istanze dei lavoratori, mentre il dirigente del Dipartimento Salute Vito Nicastro ha confermato che, a seguito della ricognizione effettuata dalle Asl, è in corso un lavoro istruttorio che dovrebbe concludersi a breve, con l’obiettivo di presentare una proposta definitiva nelle prossime settimane.
“L’impegno è quello di riaggiornare la discussione in Commissione nell’ultima settimana di giugno con una proposta concreta. Dispiace constatare che solo oggi, nel 2025, si arrivi a ipotizzare una soluzione, nonostante la mozione che il M5S aveva presentato e che era stata approvata all’unanimità già nel 2020”, hanno aggiunto i consiglieri.
Secondo il Movimento 5 Stelle serve ora un’assunzione di responsabilità politica generale: “Non possono esistere disparità di trattamento tra lavoratori. Tutti hanno diritto a vedere rispettate le stesse condizioni contrattuali”, hanno concluso.
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