Resta confermato lo scioglimento del Comune di Ostuni (Brindisi) disposto nel dicembre 2021 per “accertata infiltrazione della criminalità organizzata”. L’ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza che ha riunito le motivazioni relative a due distinti ricorsi proposti dagli ex Amministratori.
Nel testo di una complessa sentenza che ha toccato ogni punto delle contestazioni proposte, i giudici amministrativi hanno ritenuto che “tutte le censure avanzate sono manifestamente infondate”.
Rispondendo alla censura con cui si evidenziava la contraddittorietà della ricostruzione fattuale operata dalla relazione ministeriale, precisando che gli appartenenti alla criminalità organizzata presenti sul territorio non avrebbero influenzato l’amministrazione (circostanza dimostrata da atti intimidatori nei confronti tra l’altro dall’ex sindaco), il Tar ha ritenuto che i dati raccolti “contrariamente alle argomentazioni dalle difese, non dimostrano la capacità di resistenza degli amministratori locali, ovvero l’assenza di compromissioni al buon andamento degli uffici, bensì la pericolosità dei soggetti ed il contesto difficile nel quale l’amministrazione comunale si trova ad operare, con evidente pericolo per la sicurezza pubblica nonché una possibile alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi”.
Tutti elementi che non sono sufficienti per decretare lo scioglimento del Comune, ma “dimostrano in maniera inequivoca l’infiltrazione criminale nella struttura burocratica”.
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