IPTV illegale, la Guardia di Finanza smantella centrale: sequestri per 500mila euro e denunce
La Guardia di Finanza di Lecce ha concluso una vasta operazione contro la pirateria audiovisiva digitale, colpendo una rete organizzata che trasmetteva illegalmente contenuti di piattaforme come Sky, Netflix, Dazn e Mediaset Premium tramite sistemi di IPTV illegale, noti anche come pezzotto.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecce e condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, sono state supportate dagli specialisti in Computer Forensics Data Analysis e hanno portato al sequestro di beni immobili, autovetture (tra cui un’auto d’epoca) e 60.000 euro in contanti, ritenuti riconducibili al principale indagato. Quest’ultimo, insieme ad altri tre soggetti residenti nella provincia di Lecce, è stato denunciato per violazione del diritto d’autore e autoriciclaggio.
Nel corso delle attività investigative, che hanno incluso perquisizioni e accertamenti bancari, è stata individuata nel capoluogo salentino la centrale di smistamento del segnale pirata, con oltre 2.000 utenti individuati e verbalizzati per aver usufruito dei servizi illegali. Le somme versate dagli abbonati, generalmente intorno ai 10 euro mensili, sono state tracciate grazie all’utilizzo di ricariche effettuate su carte prepagate e sistemi di pagamento digitali (Postepay, PayPal, Revolut, N26), riconducibili agli organizzatori.
Nel complesso, si stima un volume di proventi illeciti superiore a 500.000 euro, reinvestiti in beni mobili e immobili. A ricevere le sanzioni amministrative – in molti casi aggravate dalla reiterazione – sono stati 2.282 soggetti dislocati in 80 province italiane, individuati grazie alle informazioni acquisite durante il procedimento penale, autorizzate per finalità amministrative dalla Procura salentina.
L’attività si è svolta in sinergia con il Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza di Roma, permettendo l’estensione degli accertamenti su scala nazionale. Il contrasto alla pirateria è stato illustrato anche in occasione di una conferenza stampa tenutasi il 14 maggio 2025 presso la sede centrale del CONI, con la presenza dell’Amministratore delegato della Serie A, rappresentanti istituzionali e ufficiali della GdF.
L’indagine rientra in un più ampio piano di contrasto alla diffusione illecita di contenuti audiovisivi coperti da diritti e testimonia l’impegno delle forze dell’ordine nel tutelare il valore economico dell’industria culturale e sportiva.
Come precisato dalla Guardia di Finanza, il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità degli indagati sarà accertata solo con sentenza irrevocabile di condanna.
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