Violenze Rsa Manfredonia, Pino Gesmundo Cgil: “Assistenza non controllata come si dovrebbe”

MANFREDONIA- “La vicenda che ha coinvolto quattro operatori sanitari accusati di violenze nei confronti di alcuni ospiti della Rsa “Stella Maris” di Manfredonia lascia sgomenti e inorriditi. Ogni violenza e a maggior ragione quella che vede vittime persone anziane e inermi è intollerabile, non trova e non può trovare giustificazione. Occorre che le indagini facciano piena luce su tutti i particolari e sulle responsabilità che vanno perseguite, anche a tutela di tanti altri operatori che svolgono in modo diligente e professionale il proprio compito. Ma c’è una riflessione più generale che attiene a come il servizio pubblico abbia appaltato in tutta la Puglia un pezzo di assistenza che evidentemente non è controllato come si dovrebbe”.

È il commento del segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, all’arresto di quattro operatori della Rsa del Foggiano per maltrattamenti ai danni di degenti anche di 99 anni.

“Quanto accaduto – dice Pino Gesmundo – riaccende le luci sulle criticità attinenti al tema degli anziani e delle persone non autosufficienti e, in particolare, sulle strutture che intervengono su patologie gravemente invalidanti e delicate, rispetto a un sistema di accreditamenti e controlli che in tutta la regione deve essere più efficace e stringente in merito alla qualità dei servizi offerti. Tutto questo come detto deve avvenire anche a tutela di tutti quegli operatori e di quelle strutture che operano con grande professionalità.

Allo stesso tempo non può ricadere sui familiari, costretti a ricorrere a queste strutture, spesso sostenendo costi elevati a causa di una carenza di servizi di assistenza domiciliare che il pubblico dovrebbe garantire, anche l’onere del controllo. C’è stata negli ultimi anni una crescita esponenziale di strutture residenziali che rispondono a un bisogno sociale. Assieme a controlli puntuali va garantita a tutti un’esistenza il più possibile dignitosa e serena, anche a chi non può permettersi di ricorrere a Rsa. Non può essere che un intero pezzo di tutela della salute sia stato completamente appaltato ai privati, e anche su questo vogliamo confrontarci con la Regione Puglia e l’assessore alla Sanità”.

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