E’ stato arrestato in flagranza, e non solo denunciato come si era appreso in un primo momento , l’uomo che nella serata di domenica 8 settembre ha aggredito con calci e pugni il personale infermieristico nel pronto soccorso del policlinico Riuniti di Foggia. Si tratta di un 18enne (compirà 19 anni tra qualche mese) – figlio di un noto esponente della mafia foggiana attualmente detenuto per associazione mafiosa, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti aggravati dal metodo mafioso – che è stato portato in carcere con le accuse di lesioni personali a personale esercente la professione sanitaria e resistenza a pubblico ufficiale.
Dopo la registrazione, il ragazzo ha iniziato a inveire senza motivo contro il personale, costringendo i carabinieri a intervenire per fermarlo. L’aggressore è stato identificato e denunciato.
Questo episodio segue di pochi giorni un’altra aggressione avvenuta mercoledì scorso nello stesso ospedale, quando un gruppo di circa cinquanta persone ha assalito i medici dell’equipe di Chirurgia toracica dopo il decesso di una giovane di 23 anni durante un intervento. I sanitari, per sfuggire alla furia del gruppo, si sono barricati in una stanza. Il video dell’episodio è diventato virale sui social, sollevando un’ondata di indignazione.
Le violenze ai danni del personale ospedaliero stanno diventando sempre più frequenti, sollevando il dibattito sulla necessità di misure di sicurezza più efficaci all’interno delle strutture sanitarie.
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