Attraverso un post pubblicato sulla su pagina Facebook, Lello De Prisco, sindaco di Pagani, accusa i tifosi del Taranto di scontri e violenze. Il primo cittadino campano non nomina mai i supporter rossoblu, ma il riferimento è chiaro.
“È stata una lunga notte tra strada, stadio e caserma, che per fortuna si è conclusa senza particolari danni – scrive il sindaco De Prisco -. Ma l’increscioso episodio di ieri sera che ha scosso l’intera città è imperdonabile e ci lascia attoniti. Come sia stato possibile che dei delinquenti siano potuti arrivare in piazza Sant’Alfonso e in pieno centro incappucciati, entrando nei locali, tentando di aggredire le persone e di causare danni alle cose, terrorizzando tutti i presenti, sarà oggetto di un’indagine che è già partita. Dopo i controlli di stanotte, dalle prime ore di stamattina sono in contatto con la Tenenza, la Questura e la Prefettura. Tutte le immagini di piazza Sant’Alfonso e del centro interessato sono in corso di acquisizione per poter ricostruire i fatti”.
”Annunciamo che ci costituiremo parte civile nel caso di eventuali daspo e presentazioni in Tribunale – prosegue il primo cittadino di Pagani -. Già da ieri sera, andando sul posto, ho mostrato tutta la mia solidarietà ai proprietari dei locali che sono stati coinvolti nei momenti di panico, fortunatamente senza grossi danni. Vicinanza che rinnovo a loro e estendo a tutte le famiglie e le persone che hanno dovuto vivere questa brutta esperienza”.
“Visto che ogni episodio, però, anche il più drammatico, comporta sciacallaggio nei confronti dell’amministrazione, è giusto chiarire alcuni punti – spiega De Prisco -. Primo punto: già nei giorni scorsi avevo richiesto alla Prefettura di vietare la trasferta ai tifosi del Taranto, ma senza esito favorevole. Non è di certo il Sindaco a decidere la gestione delle tifoserie. Secondo punto, ovvero il vero nodo della questione: la gestione dell’ordine pubblico, che non è certamente in capo al Comune, bensì alle forze dell’ordine. Le indagini spiegheranno come sia accaduto che una camionetta di malintenzionati sfuggisse al torpedone scortato dalle forze dell’ordine, creando il panico in pieno centro. Terzo punto della questione, il più mortificante da dover sottolineare: le motivazioni che abbiano spinto ad accordare l’utilizzo del campo della Paganese Calcio al Gelbison. Nè la squadra, nè l‘amministrazione devono di certo giustificarsi, essendo il nostro stadio uno dei pochi in grado di accogliere un campionato di Lega Pro, ed essendo tutti noi profondamente convinti dei valori positivi dello sport e del calcio in particolare”.
“Quello che è successo ieri per chi ha fatto sciacallaggio è stato assimilare la parola tifoseria alla parola delinquenza e noi tutti sappiamo che è assolutamente scorretto. Ancor più grave se lo sciacallaggio parte da consiglieri comunali che ben dovrebbero conoscere le funzioni e le competenze nella fattispecie. Attendiamo ora gli esiti dell’indagine, fiduciosi nel lavoro delle forze dell’ordine, sicuri che questi episodi non si ripetano più”, conclude Lellò Di Prisco.
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