Galimberti al Petruzzelli di Bari con “Il bene e il male”

BARI – Venerdì 2 maggio 2025, alle 20,45, al Teatro Petruzzelli di Bari, torna a grande richiesta il filosofo, saggista e psicanalista Umberto Galimberti. Il suo nuovo monologo-spettacolo si intitola «Il bene e il male. Educare le nuove generazioni», in una data organizzata da Aurora Eventi. È uno spettacolo che impone una riflessione urgente e profonda, in un’epoca segnata dall’incertezza e dal rapido mutamento dei valori. E il filosofo lombardo lo fa a modo suo, in un ruolo che negli ultimi anni l’ha visto protagonista su moltissimi palchi italiani.

Galimberti affronta una delle sfide più cruciali del nostro tempo: come trasmettere alle nuove generazioni un senso autentico di orientamento morale, in un mondo che sembra aver perso i suoi riferimenti tradizionali. Non si tratta semplicemente di distinguere il bene dal male secondo codici precostituiti, ma di educare al pensiero critico, alla capacità di interrogarsi, di scegliere e di assumersi la responsabilità delle proprie azioni.

Nel suo libro uscito qualche anno fa – «La parola ai giovani (Ed. Feltrinelli, 2018) – il saggista scrive che«i giovani non credono più che esista qualcosa di stabile, qualcosa su cui poter fare affidamento per costruire il proprio futuro. Sono diventati nichilisti, ma in modo attivo: continuano a vivere, a lavorare, a studiare, ma senza aderire profondamente a nulla».

Partendo da questo scenario, Galimberti invita a ripensare l’educazione come un autentico accompagnamento nella scoperta della vita e del suo senso. «Educare – afferma – non significa riempire delle teste vuote, ma accendere delle menti pensanti». Ed è proprio nella capacità di pensare, di interrogarsi sulle questioni del bene e del male, che risiede la possibilità di emanciparsi da una cultura dell’indifferenza e del cinismo. Attraverso un linguaggio accessibile ma mai semplificato, Galimberti intreccia filosofia, psicoanalisi e antropologia culturale, offrendo una narrazione appassionante che si rivolge non solo agli educatori e ai genitori, ma a chiunque senta il bisogno di ritrovare una bussola interiore in tempi di smarrimento collettivo.

 

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