“Troppi incidenti, Governo senza visione. E sospendere subito AIA ripristinando fondi per bonifiche”
“Il Governo deve cambiare paradigma produttivo sull’ex Ilva prima che sia troppo tardi”. È l’appello lanciato dal senatore Mario Turco, vicepresidente del MoVimento 5 Stelle e coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa, che ha depositato un’interrogazione a risposta orale al ministro Adolfo Urso.
Il riferimento è all’ennesimo incidente avvenuto nello stabilimento siderurgico di Taranto, che, secondo Turco, conferma l’inefficacia dell’attuale gestione e delle scelte adottate dal Governo. “Non è il primo episodio, e certamente non sarà l’ultimo finché si continua a ignorare i segnali di allarme”, sottolinea il senatore.
Nel mirino dell’esponente pentastellato vi è l’aumento della produzione fino a 6-8 milioni di tonnellate annue, previsto con il nuovo riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, e i 1,4 miliardi di euro stanziati per rilanciare il ciclo integrale a carbone, a scapito dei fondi destinati alla bonifica e alla riconversione industriale.
“Il Governo Meloni ha interrotto il progetto per due altiforni elettrici alimentati a idrogeno verde, finanziato con oltre un miliardo nel Pnrr dal governo Conte II. È stata una scelta disastrosa”, accusa Turco evidenziando come l’attuale produzione ancora limitata tenga per ora basse le probabilità di incidenti, ma che queste cresceranno inevitabilmente con l’aumento dei volumi.
Il senatore chiede che Urso “risponda della lettera di messa in mora da parte dell’Unione Europea”, legata proprio alle violazioni ambientali attribuite al sito di Taranto, e che il ministero proceda con:
- l’interruzione immediata della produzione a carbone,
- la sospensione dell’iter di riesame dell’AIA,
- la definizione di un piano di riconversione sostenibile degli impianti,
- e il reintegro dei fondi per le bonifiche ambientali.
“La produzione basata sul carbone è pericolosa, inquinante e fuori dal tempo. Il Governo ha sbagliato tutto: l’unica via d’uscita è un completo reset delle scelte fatte negli ultimi due anni”, conclude Turco, ribadendo che senza un “capovolgimento radicale” il polo siderurgico di Taranto continuerà ad agonizzare, mettendo a rischio “la salute dei lavoratori e dei cittadini”.
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