Il portavoce del sindacato Lmo: “Alcuni operai sarebbero stati costretti a lanciarsi dal secondo piano nella vasca loppa per fuggire alle fiamme”
“Alcuni operai sarebbero stati costretti a lanciarsi dal secondo piano nella vasca loppa per fuggire all’incendio all’altoforno 1. È vero? Perché nessuno ne parla?”. Lo ha denunciato Stefano Sibilla, operaio in cassa integrazione presso Ilva in AS e portavoce del sindacato Lmo – Lavoratori metalmeccanici organizzati, nel corso di un sit-in davanti alla Camera di Commercio di Taranto-Brindisi, durante l’inaugurazione del Tecnopolo del Mediterraneo, alla presenza dei ministri Adolfo Urso e Anna Maria Bernini.
Sibilla ha raccontato di aver parlato con alcuni lavoratori presenti sul posto al momento del rogo. Secondo quanto riferito, sarebbero state coinvolte due ditte al secondo piano dell’AFO1 e, dopo l’esplosione della tubiera, una prima squadra di circa venti operai sarebbe riuscita a scendere, mentre altri sarebbero rimasti bloccati. Alcuni di questi, spiega Sibilla, “si sarebbero lanciati per salvarsi”.
“È vergognoso – ha aggiunto – che nulla di tutto ciò emerga. Né l’azienda, né i delegati RLS, né i sindacati hanno fornito spiegazioni. Nessuno ha indetto un’ora di sciopero”. La vicenda fa riferimento all’incendio divampato il 7 maggio all’AFO1 dello stabilimento Acciaierie d’Italia, causato dallo scoppio di una tubiera. L’episodio ha provocato una densa nube nera visibile da chilometri.
Nonostante le immagini impressionanti, l’azienda ha dichiarato che “nessun operatore è rimasto coinvolto”. Tuttavia, la Procura di Taranto ha disposto il sequestro probatorio dell’impianto e tre dirigenti del gruppo siderurgico sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di incendio colposo e getto pericoloso di cose.
Sibilla ha annunciato per martedì 13 maggio un’assemblea dei lavoratori presso la portineria D dello stabilimento, a partire dalle ore 9.30, “per pretendere chiarezza e responsabilità”.
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