“Celebriamo il 1° maggio in nome della libertà che manca a chi vive a Taranto. Dieci anni fa la magistratura ha posto sotto sequestro gli impianti dell’ex Ilva, dichiarandoli incompatibili con la vita umana, ma ancora oggi sono in funzione: automaticamente, dobbiamo pensare alla mancanza di libertà dei cittadini di Taranto”. Queste le parole di Michele Riondino, direttore artistico del concertone dell’Uno Maggio Libero e Pensante di Taranto, durante una conferenza della vigilia.
“La magistratura sta facendo il proprio dovere, che è quello di mantenere la giustizia, ma c’è un altro potere dello Stato che ostacola la magistratura a Taranto – ha aggiunto Riondino in merito alla controversia sull’ex Ilva -. Questo crea una particolare vulnerabilità, unica nel suo genere. Non si è mai visto in uno Stato democratico che la politica ostacoli l’azione della magistratura. A Taranto sta succedendo e c’è la volontà di mantenere l’argomento chiuso nei cassetti”.
“Rimane un tema che la politica e le istituzioni cercano sempre di deviare, di lasciare da parte. Nessuno si occupa di Taranto, farlo può sporcare le mani, ma qualcuno dovrà pur prendere l’iniziativa”, ha concluso l’attore e direttore artistico dell’Uno Maggio Taranto.
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