Il piano per l’acciaio annunciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, deve garantire la competitività dell’industria siderurgica europea contro la concorrenza sleale, ma senza trascurare la tutela della salute pubblica. È quanto sostiene l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Valentina Palmisano, che in una nota richiama l’esperienza dell’ex Ilva di Taranto, definendola “una pagina triste della storia europea che dobbiamo metterci alle spalle”.
“Decine di morti causati dalle polveri sottili rilasciate da un altoforno sono il prezzo che Taranto ha pagato e continua a pagare. Non possiamo permettere che simili situazioni si ripetano”, dichiara Palmisano, annunciando di aver presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere chiarimenti sul prestito ponte da 400 milioni di euro, originariamente destinato alle bonifiche dei siti inquinati ma ora dirottato altrove.
L’eurodeputata denuncia inoltre che l’ex Ilva opera senza autorizzazione integrata ambientale, in violazione delle normative europee, e che la Corte di Giustizia UE ha stabilito che attività industriali dannose per salute e ambiente devono essere interrotte.
“I fondi europei per la transizione giusta e la politica di coesione stanno finanziando finti progetti di decarbonizzazione, che coinvolgono grandi aziende che lavorano con idrogeno da fonti fossili, in aperta violazione del regolamento europeo sul Fondo per la transizione giusta”, aggiunge Palmisano.
La parlamentare conclude con un duro attacco al governo italiano: “Vorrebbe utilizzare fondi pubblici per continuare a inquinare: vanno fermati prima che sia troppo tardi”.
potrebbe interessarti anche
Taranto, scontro auto-ambulanza: “Operatori feriti ma salvi, noi sempre a rischio”
Giochi del Mediterraneo, botta e risposta tra Sannicandro e Perrini
Taranto, come affrontare la gestione della classe
Taranto, Comunali: parla Di Cuia. “Discontinui da Melucci”
Taranto, Guardia di Finanza sequestra 155 banconote false
Taranto: ex Ilva a Baku, i dubbi della Fiom Cgil