Ex Ilva: Finanziamento e scudo penale, reazioni della politica

Mario Turco (M5S): “Ripristinato diritto di uccidere” – “Con la reintroduzione dello scudo penale per lo stabilimento siderurgico ex Ilva, in un decreto-legge che si occupa di misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale, il Governo Meloni ripristina di fatto il diritto di uccidere. Si torna indietro di oltre dieci anni, dopo che il MoVimento 5 Stelle lo aveva eliminato con forza  nel corso del Governo Conte ripristinando uno stato giuridico che era stato sospeso. L’intento delle forze di maggioranza del governo Meloni è chiaro: mantenere o addirittura aumentare la produzione a carbone, altamente inquinante infischiandosene della transizione ecologica e di una riconversione industriale green, tanto attesa e ancora da valutare. Il danno e la beffa, sempre sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini di Taranto. Non si può pensare ad una riconversione industriale senza tutele giuridiche, ambientali, sanitarie e senza chiudere le fonti inquinanti”.
Rinaldo Melucci (sindaco di Taranto): “Altri soldi pubblici sprecati” – “Non possiamo dirci soddisfatti, purtroppo il Consiglio dei Ministri non ha inteso ascoltare il monito della comunità ionica. Si è perduta un’altra occasione di sottomettere la irresponsabile e inadempiente condotta di Arcelor Mittal ai bisogni dei lavoratori e dei cittadini di Taranto, questa elargizione di quasi 700 milioni, che si aggiungano al miliardo di euro del precedente DL Aiuti bis, non risponde ad alcuna garanzia per il futuro dello stabilimento siderurgico e le aspettative della città. Il prossimo 11 gennaio noi manifesteremo a Roma al fianco delle organizzazioni sindacali: ci piacerebbe vedere schierati tutti i parlamentari ionici, di qualunque colore politico, perché questa è una battaglia di civiltà e modernità per tutti noi, nessuno escluso. E ad ArcelorMittal stiamo rispedendo indietro il loro biglietto di auguri per queste festività, è ben altro il rispetto per Taranto che ci aspettiamo”.

Ubaldo Pagano (Pd): “Governo tradisce di nuovo Taranto” – “Non è solo stata persa un’altra occasione buona, ma si stanno compiendo nuovi e pericolosi danni con le ultime decisioni del Governo. Il sindaco Melucci ha perfettamente ragione: non si possono regalare nuovi soldi pubblici senza vedersi restituire una prospettiva certa di sviluppo sano e sostenibile e, per giunta, tradendo ogni promessa fatta fino ad oggi e reintroducendo perfino lo scudo penale. Ministro Urso e presidente Meloni stanno facendo errori madornali che solo la comunità tarantina sarà condannata a pagare. Sono sicuro che l’11 gennaio faremo sentire fortissima la nostra voce, per dire basta alle prese in giro, basta alle promesse tradite, basta a chi vuole Taranto schiava dell’acciaio e delle sue conseguenze”.

Alessandro Marescotti (Peacelink): “Neanche il Natale vi ha reso più buoni” – “Lo vogliamo dire con chiarezza a tutti i ministri che hanno approvato il decreto: neanche il Natale vi ha reso più buoni. Ripristinando con decreto legge lo scudo penale per l’Ilva di Taranto, questo governo tocca il fondo del cinismo. Un cinismo che non è mai mancato ai governi precedenti, ma che oggi, dopo la sentenza di Ambiente Svenduto, suona come una dichiarazione di guerra alla magistratura”. Lo dichiara il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti in merito all’approvazione del Dl che riguarda l’ex Ilva.

Rosa D’Amato (Greens): “Sacrificate dignità e salute” – “Ancora una volta, la dignità e la salute dei tarantini vengono sacrificate sull’altare degli interessi dell’acciaio. La salute dei cittadini di Taranto e dei lavoratori non è una priorità per questo governo. Lo sapevamo. Adesso ne abbiamo le prove”.

Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra): “Meloni lega le mani ai magistrati” – “Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che introduce l’immunità penale a favore degli amministratori ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, e introduce l’impossibilità da parte dell’autorità giudiziaria di emanare provvedimenti interdittivi, come ad esempio i sequestri nei confronti dello stabilimento, legando le mani ai magistrati. Questo decreto viola le norme dello Stato italiano in materia ambientale: a Taranto c’è libertà di inquinare nell’impunità più totale, mettendo a rischio ancora la salute dei cittadini e impedendo loro le possibilità di riscatto. È la vittoria della multinazionale Arcerol Mittal”.

Giovanni Maiorano (FdI): “Decreto evita spegnimento fabbrica” – “In soli tre mesi, il Governo Meloni ha analizzato l’intero dossier, sentito tutte le parti ed è intervenuto nella maniera più rapida possibile per evitare lo spegnimento della fabbrica e il fallimento della società con relativi licenziamenti e mancati pagamenti”. Lo dichiara l’on. Giovanni Maiorano (Fratelli d’Italia), componente della IV Commissione Difesa della Camera. “Il decreto prevede il rilancio del sito produttivo e conseguenti garanzie occupazionali fissando dei target di produzione superiori a quelli attuali”.

Salvatore Toma (presidente Confindustria Taranto):Con fondi si ristori anche indotto” – Le notizie appaiono incoraggianti per la continuità produttiva dell’azienda, che dovrà procedere di pari passo con i processi di ambientalizzazione. Per altri aspetti, non possiamo ancora esprimere soddisfazione fino a quando non avremo contezza che la nuova iniezione di liquidità sia volta a sanare la situazione, non più sostenibile, delle aziende fornitrici, che vivono da tempo una condizione di sofferenza non giustificabile”.

Leonardo Donno (M5S): “Pericoloso passo indietro” – “L’introduzione di un nuovo scudo penale per l’ex Ilva rappresenta un pericoloso passo indietro non solo per la Puglia, ma anche per tutto il Paese. Questa misura è uno schiaffo a tutti i tarantini che attendono risposte da troppo tempo. È palese inoltre che l’obiettivo del Governo non sia quello di puntare sulla transizione ecologica, così facendo abbandona il territorio e i suoi cittadini”.

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