Raggiunto al ministero del Lavoro l’accordo per la proroga di 12 mesi della cassa integrazione straordinaria per 3.062 lavoratori di Acciaierie d’Italia (ex Ilva). L’intesa, firmata dai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Usb e Ugl, garantisce un’integrazione salariale al 70% e la rotazione del personale, evitando sospensioni a zero ore.
Tra le novità previste, anche l’esclusione dalla cassa dei manutentori coinvolti nel piano di ripartenza, la maturazione dei ratei di tredicesima e di almeno un giorno di ferie. Inoltre, l’accordo introduce un premio welfare: 1% del valore annuo della paga base al raggiungimento di 3 milioni di tonnellate di acciaio prodotto, 2% a 3,5 milioni e 3% a 4 milioni.
L’accordo arriva a pochi giorni dal tavolo convocato a Palazzo Chigi l’11 marzo, durante il quale sarà discusso il futuro dell’ex Ilva e della sua cessione.
Uilm: “Firma non scontata, ora certezze sulla cessione”
Il segretario nazionale della Uilm, Guglielmo Gambardella, e il segretario Uilm Taranto, Davide Sperti, hanno espresso soddisfazione per l’accordo, sottolineando che si tratta di un risultato “non scontato alla vigilia della vendita. L’accordo sostanzialmente mantiene i trattamenti di miglior favore per i lavoratori previsti nell’intesa di luglio 2024. Tuttavia, il vero nodo resta la cessione dell’azienda. Attendiamo l’incontro dell’11 marzo alla Presidenza del Consiglio per comprendere lo stato dell’arte della trattativa e i tempi della vendita”, hanno dichiarato.
Usb: “Un ottimo accordo per i lavoratori”
Per Francesco Rizzo (Usb), l’intesa raggiunta rappresenta un successo: “Abbiamo ottenuto garanzie importanti per i lavoratori, proseguendo nel solco degli accordi siglati lo scorso anno. Ora l’appuntamento è a Palazzo Chigi, dove finalmente entreremo nel vivo della discussione sulla cessione, che per noi resta il tema centrale”.
Fiom: “Passo importante, ma non risolutivo”
Il coordinatore nazionale siderurgia della Fiom-Cgil, Loris Scarpa, ha evidenziato come l’accordo sulla cassa integrazione sia solo un primo passo: “Questo accordo conferma l’assenza di esuberi e la piena validità dell’intesa sindacale del 2018. Tuttavia, il piano di ripartenza è stato rivisto: nel 2025 la produzione di acciaio sarà di 4 milioni di tonnellate invece delle 5 milioni originariamente previste. Ora il confronto si sposta su un tavolo più complesso: discutere della cassa integrazione nel mezzo di una vendita aziendale è un fatto inusuale e complicato. Per questo l’11 marzo sarà un passaggio fondamentale per chiarire il futuro dello stabilimento e dei suoi lavoratori”.
Fim Cisl: “Soddisfatti, ma ci vuole una svolta definitiva”
Il segretario nazionale Fim Cisl, Valerio D’Alò, e il segretario territoriale Biagio Prisciano, hanno espresso un giudizio positivo, ma chiedono risposte concrete per il futuro: “L’accordo tutela i lavoratori e garantisce il loro reddito, ma il vero obiettivo è ottenere certezze sul futuro industriale e occupazionale dell’ex Ilva. La conferma della cassa integrazione ci consente di proseguire il dialogo con le istituzioni, ma adesso serve una vera svolta. Tutti gli attori coinvolti devono impegnarsi affinché la cessione dell’azienda porti benefici reali per i lavoratori e per l’intero settore siderurgico”.
UGL: “Accordo tutela i lavoratori e garantisce più supporto economico”
Secondo Daniele Francescangeli, vicesegretario nazionale UGL Metalmeccanici con delega alla Siderurgia, e Alessandro Dipino, segretario provinciale UGL Metalmeccanici Taranto, l’intesa rappresenta un passo avanti per la tutela dei lavoratori e per un maggiore sostegno economico. “Integrazione salariale al 70% della retribuzione globale annua lorda, comprensiva del 70% del primo rigo, del premio e del rateo di tredicesima, oltre a una premialità tra l’1% e il 3% al raggiungimento degli obiettivi produttivi di acciaio previsti entro il 31 dicembre 2025. Nel caso in cui l’azienda venisse ceduta prima di questa data, il premio sarà riconosciuto in proporzione alla produzione effettivamente realizzata”, spiegano Francescangeli e Dipino, che concludono. “L’accordo dimostra la volontà di rafforzare le relazioni tra azienda e sindacati, un aspetto fondamentale in vista della cessione dell’azienda a un nuovo player”.
Prossime tappe
L’11 marzo a Palazzo Chigi si terrà l’atteso confronto tra Governo, sindacati e azienda per discutere della cessione dell’ex Ilva e delle prospettive future. La questione della continuità produttiva e occupazionale resta centrale, con i sindacati che chiedono garanzie precise per i lavoratori e un piano industriale chiaro per rilanciare lo stabilimento siderurgico.
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