BARI- Avrebbero esploso colpi d’arma da fuoco contro un’utilitaria in viale delle Regioni, ferendo gravemente un giovane di 23 anni e la fidanzata minorenne: cinque persone sono state arrestate, a vario titolo, per duplice tentato omicidio, favoreggiamento, porto e detenzione di arma comune da sparo, esplosione di colpi di arma da fuoco, con la aggravante del metodo mafioso.
Nel corso della mattinata, i militari del comando provinciale carabinieri di Bari, con il supporto di personale del 6° nucleo elicotteri e del nucleo cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica di Bari – Direzione distrettuale antimafia – nei confronti di quattro persone tradotte in carcere e una sottoposta all’obbligo di dimora nel comune di residenza, ritenute responsabili, a vario titolo, di concorso in duplice tentato omicidio, favoreggiamento, porto e detenzione di arma comune da sparo, esplosione di colpi di arma da fuoco, con la aggravante del metodo mafioso.
I fatti: l’agguato del 19 marzo in viale delle Regioni. Il ruolo di una donna che depista indagini
Secondo l’impostazione accusatoria della Direzione distrettuale antimafia e del gip del Tribunale di Bari (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), alle 19.30 circa del 19 marzo scorso, nel centralissimo viale delle Regioni del quartiere San Paolo di Bari, tre uomini, di 48, 45 e 28 anni, allo scopo di rispondere all’aggressione di un appartenente a un gruppo rivale, 24enne del posto -che, a sua volta, poche ore prima avrebbe esploso dei colpi di arma da fuoco nei confronti dell’abitazione di uno dei predetti-, a bordo di un’auto Citroen C2 avrebbero affiancato l’auto Suzuki Ignis condotta dal 24enne ed esploso numerosi colpi di arma da fuoco (almeno 7), ferendo il giovane all’anca e alla coscia destra, e la fidanzata, 16enne, alla gamba sinistra e alla caviglia destra. Una quinta persona indagata, una donna di 48 anni, si sarebbe adoperata per eludere le indagini degli investigatori e favorire l’impunità dei tre autori del duplice ferimento, fornendo false dichiarazioni e sporgendo una falsa denuncia di furto dell’auto utilizzata per l’agguato, in realtà fatta demolire, ricevendo, in cambio, tre mila euro quale risarcimento.
Il movente: la gestione degli affari illeciti nel quartiere
Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Investigativo e coordinate dalla Procura della Repubblica – Dda – di Bari, sviluppate perlopiù mediante servizi di osservazione e pedinamento e per mezzo di attività tecniche, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei cinque indagati e di individuare il movente dei fatti delittuosi. Gli stessi, infatti, nell’ambito di diversi scontri a fuoco tra fazioni criminali tra loro contrapposte, verosimilmente determinatesi per la gestione degli affari illeciti nel quartiere San Paolo, si sarebbero svolti in sequenza ravvicinata, nella quale il 24enne, poche ore prima di subire l’agguato unitamente alla propria compagna minorenne, a sua volta avrebbe esploso dei colpi di arma da fuoco verso l’abitazione di uno dei tre rivali, fortunatamente senza colpire nessuno.
Il quadro indiziario raccolto dai carabinieri a carico degli indagati è stato condiviso dalla Direzione distrettuale antimafia, che ha avanzato una richiesta di emissione di misura cautelare. Il Gip del Tribunale di Bari, accogliendo tale richiesta, ha disposto il collocamento in carcere per i quattro autori presunti dello scontro a fuoco e l’obbligo di dimora per la donna che si sarebbe adoperata per eludere le indagini.
È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.
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