DEMA: FimCisl, ‘Silenzio assordante dopo incontro al MIMIT’

A poche ore dal termine ultimo per la presentazione del piano concordatario al Tribunale di Napoli, da parte del gruppo DEMA, il silenzio si fa sempre più assordante. Dopo l’incontro tenutosi in sede ministeriale, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, al termine del quale è emerso chiaramente il disinteressamento del gruppo DEMA nei confronti dei due siti brindisini, immediatamente respinto a gran voce dalle parti sociali, la società ha tentato, con una Pec inviata, due giorni dopo, alle Organizzazioni Sindacali di riaprire la discussione con improbabili giustificazioni.

Di fronte a tale tentativo di una possibile ripresa dei negoziati, le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno inoltrato una richiesta ufficiale di incontro, indirizzata sia ai rappresentanti del gruppo DEMA sia all’istituto di credito MEDIOBANCA. Da qui in poi silenzio assoluto da parte aziendale.

Appare palese che il tentativo effettuato dall’azienda per riaprire il dialogo è solo un comportamento, adottato al fine di far sospendere gli stati di agitazione in atto nei vari territori, per riprendere la produzione e presentarsi al Tribunale di Napoli con un accordo sindacale che gli desse maggiori chance di accoglimento e non una volontà di rivedere il piano scellerato di ridimensionamento del gruppo DEMA, che porterà inevitabilmente alla chiusura di tutti i siti, compresi quelli campani.

Se qualcuno immagina di calmare gli animi dando in pasto ai lavoratori improbabili acquirenti, facendo girare anche nomi di gruppi altisonanti, o è ancora convinto di poter far visitare lo stabilimento di DEMA Brindisi ad aziende specializzate nella revisione e successivo spostamento di macchinari in altri siti, evidentemente non ha capito che questo territorio ha fame di lavoro. Parliamo di 151 addetti nei siti di DEMA e DAR di Brindisi ai quali vanno aggiunte circa 80 unità oggi “parcheggiate” in DCM e destinatarie di un accordo stipulato tra azienda, Organizzazioni Sindacali e Regione Puglia, che prevede un anno di Cassa integrazione guadagni straordinaria per transizione occupazionale, finalizzata al recupero occupazionale dei lavoratori a rischio esubero.

Nessun piano che non preveda la centralità dei siti brindisini e il piano ricollocamento delle maestranze ad oggi in carico a queste tre denominazioni sociali, legate da un robusto cordone ombelicale, troverà l’accoglimento della FIM. Questo pensiero lo abbiamo già condiviso con le forze politiche di tutti gli schieramenti e con il Prefetto di Brindisi che, con grande garbo e comprensione, ha ascoltato negli scorsi giorni le istanze delle Organizzazioni Sindacali, raccogliendo il grido d’allarme e impegnandosi a rilanciarlo alle istituzioni nazionali.

Nei prossimi giorni continueranno incessanti gli incontri con i lavoratori, i percorsi di rivendicazioni e lotte unitamente alle istituzioni locali e regionali.

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