Cresce l’uso di antibiotici in Italia, Sud maglia nera nei consumi

L’Italia registra un nuovo aumento nel consumo di antibiotici, con un incremento del 5,4% nel 2023 rispetto all’anno precedente. A preoccupare è soprattutto il fenomeno dell’antibioticoresistenza, che minaccia di aggravare il bilancio delle 12mila morti annue già stimate dal Centro europeo per il controllo delle malattie. È quanto emerge dal Rapporto 2025 dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) presentato nei giorni scorsi.

I dati mostrano un consumo territoriale fortemente diseguale tra le regioni, con il Sud che si conferma l’area con i livelli più alti: nel 2023 la media giornaliera di dosi acquistate in farmacia è stata di 18,9 ogni mille abitanti, contro le 12,4 del Nord e le 16,4 del Centro. A preoccupare è anche il forte aumento delle prescrizioni in età pediatrica, con un passaggio dal 33% al 40% dei bambini e ragazzi fino a 13 anni che hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici.

L’uso improprio di questi farmaci è particolarmente evidente nei mesi invernali, quando i consumi aumentano anche del 40%, facendo ipotizzare un abuso nel trattamento di sindromi influenzali, per le quali gli antibiotici sono inefficaci.

Il fenomeno dell’antibioticoresistenza, definito dall’Aifa una “pandemia silente”, comporta non solo gravi conseguenze sanitarie, ma anche un impatto economico enorme, con un costo annuo stimato in 2,4 miliardi di euro per il Servizio Sanitario Nazionale.

“Serve un approccio globale che promuova un uso consapevole degli antibiotici e rafforzi la prevenzione, soprattutto in ambito ospedaliero, dove i batteri resistenti sono più diffusi”, ha dichiarato Robert Nisticò, presidente dell’Aifa. In questo contesto, l’Italia si colloca al settimo posto tra i Paesi europei con i maggiori consumi di antibiotici a livello territoriale e al sesto per l’uso in ambito ospedaliero, con un trend che continua a crescere.

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