BARI – “È tirchia. non esce una lira”. Giacomo Olivieri, l’ex consigliere regionale al centro dell’inchiesta Codice Interno che a febbraio scorso portò a 130 misure cautelari portando alla luce un intreccio tra mafia, imprenditoria e politica barese, definisce così sua moglie Maria Carmen Lorusso durante l’interrogatorio fiume di mercoledì scorso in procura a Bari. E così se Lorusso avesse saputo che suo marito stava comprando i voti per farla eleggere in consiglio comunale a Bar nel 2019 con buoni pasto e buoni benzina, lo avrebbe “ammazzato”.
Secondo quanto raccontato in aula, quindi, Lorusso sarebbe stata all’oscuro dei pagamenti illeciti di Olivieri che però non avrebbe conosciuto i legami di alcune persone che stava frequentando con i clan della città, come Tommaso Lovreglio, Gargano Strisciuglio e Bruna Montani.
Non è chiaro, al momento, se la consigliera comunale – eletta nelle fila del centrodestra nel 2019 per poi passare con la maggioranza di Decaro – sarebbe stata a conoscenza del programma politico secondo il quale Olivieri – in accordo con il governatore Michele Emiliano – avrebbe dovuto fare campagna elettorale nel centrodestra per poi indebolirlo. A spiegare agli inquirenti questo progetto, lo stesso Olivieri sottolineando come il supporto a Pasquale Di Rella (candidato per il centrodestra) avrebbe fatto in modo che a sfidare Decaro sarebbe stato lui e non gli altri due candidati alle primarie, Fabio Romito e Filippo Melchiorre. Alle elezioni di maggio, poi, gli eletti con Di Rella sarebbero successivamente passati con Decaro, cosa peraltro successa con Lorusso.
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