Le motivazioni del ricorso- al momento in qualche modo congelato dal presidente della Terza sezione del Tar Enrico D’Arpe – puntano su due aspetti che, secondo l’avvocato Luisa Carpentieri, rendono annullabile l’ordinanza emanata dal sindaco Adriana Poli Bortone per la chiusura anticipata dei locali di via Maremonti e via Ascanio Grandi. Intanto, è scritto in sintesi nel ricorso, dov’è la reale effettività dell’urgenza laddove nel provvedimento comunale sono stati allegati articoli di stampa risalenti ad episodi di gennaio e in un caso addirittura del 2014. Inoltre – ha scritto il legale che difende uno dei locali costretti alle chiusure anticipate- vi è una evidente disparità di trattamento tra gli esercenti presenti su quelle due vie e gli altri che lavorano nell’adiacente piazzetta Santa Chiara e, più in generale, in tutto il centro storico. E del resto vi è da sottolineare come nell’ordinanza comunale viene ordinata la chiusura anticipata dei pubblici esercizi solo di via Grandi e di via Maremonti e invece di minimarket e distributori automatici presenti in tutto il centro storico, in qualche modo ammettendo che le problematiche sono simili ovunque. Quello che si chiefde dunque, in questi giorni anche da parte delle associazioni di categoria, che si scelgano altre strade per garantire decoro e ordine pubblico, come per esempio telecamere di videoconferenza e un controllo più costante da parte delle forze di polizia. Il decreto cautelare intanto ha rigettato- per decisione del giudice D’Arpe – la richiesta di sospensione dell’efficacia fino all’udienza di merito, fissata per il 4 giugno. “Tenuto conto che la ricorrente – si legge nel provvedimento del Tribunale di via Rubichi – lamenta un danno di carattere essenzialmente economico che, in relazione al breve spazio temporale intercorrente sino alla Camera di Consiglio del 4 giugno, non pare idoneo a concretare un pregiudizio di estrema gravità ed urgenza per la parte ricorrente, tale da non consentire dilazione neppure sino alla data della predetta Camera di Consiglio, anche in considerazione dei possibili rimedi risarcitori azionabili dalla medesima ricorrente “
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