Il medico ripreso mentre dorme

Cerignola, medico dorme al pronto soccorso: polemica sul carico di turni

L’Ordine dei medici di Foggia: “Purtroppo, la carenza di personale può portare a queste situazioni”


Il video di un medico colto mentre dormiva alla scrivania del Pronto soccorso dell’ospedale di Cerignola ha rapidamente fatto il giro del web, suscitando polemiche e riflessioni sulla situazione emergenziale che affligge il sistema sanitario locale. Le immagini mostrano il sanitario assopito, mentre a pochi passi un paziente attende su una barella di essere visitato.

Dalle prime ricostruzioni, il professionista in questione presta regolare servizio al 118 dell’Asl Foggia, ma aveva anche dato disponibilità a coprire turni presso il presidio ospedaliero ofantino, rispondendo agli avvisi pubblici emessi per sopperire alla cronica mancanza di personale nei Pronto soccorso.

La carenza di medici, evidenziata soprattutto nelle strutture di primo e secondo livello, costringe le aziende sanitarie a ricorrere a soluzioni d’emergenza, come l’impiego di professionisti che accettano turni aggiuntivi. Una condizione che può portare, come nel caso in questione, a episodi problematici legati al sovraccarico lavorativo.

“Purtroppo la carenza di medici può portare a queste situazioni, in cui turni scoperti vengono assegnati anche a persone che non siano in condizioni di disponibilità”, ha dichiarato Pierluigi De Paolis, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Foggia, interpellato dall’ANSA. “È lasciata alla loro coscienza la capacità di sostenere quei turni. Chiaramente anche l’Asl ha il dovere di controllare che non si vada incontro a situazioni di pericolo”, ha aggiunto.

Il presidente ha anche auspicato che il direttore generale dell’Asl Foggia, Antonio Nigri, avvii approfonditi controlli interni affinché non si ripetano simili episodi, “anche a costo di lasciare scoperti i turni”.

Secondo le normative attualmente in vigore, un medico dell’emergenza-urgenza dovrebbe lavorare per un massimo di 164 ore mensili, equivalenti a 38 ore settimanali. “Se si accetta di svolgere orario di lavoro prolungato rispetto a quello previsto per andare a coprire turni in una struttura differente, lo si deve fare nel rispetto del periodo fisiologico di riposo, che è fondamentale e necessario”, ha concluso De Paolis.

L’episodio pone l’attenzione sulle criticità del sistema sanitario, in cui la scarsità di personale medico rischia di compromettere la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti.

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