Continua a far discutere in varie sedi la realizzazione di un impianto per la produzione di biometano a meno di 500 metri dall’Abbazia di Cerrate. Un impianto che riguarderebbe i Comuni di Surbo, Trepuzzi e il coinvolgimento del Fai proprio a causa dell’Abbazia che fa parte dei beni protetti dal fondo italiano ambiente. Proprio FAI ha invocato la tutela di uno dei luoghi più suggestivi del Salento che dev’essere per questo necessariamente preservato. Un netto “no” arriva dalla Soprintendenza, per la quale si tratterebbe di una struttura “del tutto estranea e dissonante rispetto al panorama agricolo”. La Soprintendenza, infatti, dopo aver esaminato la documentazione ha evidenziato come l’area di intervento, pur non avendo vincoli culturali, si trova in un contesto rurale di valore patrimoniale e l’impianto, con strutture alte sino a 15 metri, risulterebbe estraneo al panorama agricolo tradizionale, compromettendo l’integrità dei profili morfologici e i valori culturali del territorio. Inoltre, la vicinanza al complesso monumentale di Santa Maria di Cerrate, a soli 440 metri, potrebbe causare impatti negativi sulla percezione del paesaggio, suggerendo così misure per mitigare l’impatto visivo, come l’uso di finiture cromatiche mimetiche e la piantumazione di alberi autoctoni.

potrebbe interessarti anche
Roma, morte Nasta: confermate condanne per 4 ufficiali della Marina militare
L’Italia rilancia sull’aviazione civile: possibile meeting ICAO 2026 in Puglia
Cultura in Puglia, via al bando 2025: disponibili 2,3 milioni di euro
Sovrappeso in Puglia, oltre la metà dei cittadini a rischio
Antenna Sud: l’intervista della settimana con Sergio Fontana
Basilicata, contributi per libri di testo: Marrese denuncia ritardi e tagli