Le aziende di trasporto di Taranto sono in grave difficoltà. Oltre agli aumenti generalizzati dei costi di carburanti, assicurazioni e manutenzione, il settore deve affrontare le incertezze legate alla crisi dell’infrastruttura portuale e dell’industria locale, in particolare dell’ex Ilva.
A lanciare l’allarme è Stefano Castronuovo, coordinatore regionale di Casartigiani Puglia, che invoca interventi urgenti per stimolare gli investimenti nelle infrastrutture, migliorare la logistica e contrastare la concorrenza sleale.
Un ulteriore ostacolo è rappresentato dalle recenti normative europee sulla sostenibilità, che impongono alle imprese investimenti tecnologici onerosi per ridurre le emissioni di CO₂. “Le piccole e medie imprese sono sotto pressione: adeguarsi significa affrontare spese ingenti”, avverte Castronuovo.
Il porto di Taranto, un tempo snodo strategico, sta perdendo competitività a causa di problemi strutturali, privatizzazioni e ritardi infrastrutturali, aggravati da una scarsa programmazione con gli operatori.
“La città – conclude Castronuovo – ha puntato per anni esclusivamente sull’acciaio, senza alternative concrete. La corsa al prezzo più basso nel mercato dell’indotto ha compromesso sicurezza e qualità, con effetti pesanti anche sull’autotrasporto”.
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