Lucera, anziano soffoca in punto ristoro: carabinieri lo salvano con manovra di Heimlich

LUCERA- Erano intenti a consumare il proprio pranzo durante la pausa, quando hanno notato un anziano soffocare per un boccone: due carabinieri sono intervenuti e gli hanno salvato la vita praticando la manovra di Heimlich.

È accaduto a Lucera, nella giornata del 16 agosto, quando i due militari, capo equipaggio e autista, hanno quasi terminato il pranzo e l’attenzione è stata attratta da un tavolo non molto lontano dal loro, dove un uomo con amorevole cura ha aiutato nel pranzo i suoi anziani genitori, seduti accanto a lui, imboccandoli.

Quello che all’improvviso ha destato l’attenzione sempre vigile dei militari, oltre alla dolce premura dell’uomo, è stato un rantolo che si è fatto sempre più forte e aspro, partito dall’anziano padre. I due militari lo hanno sentito tossire in maniera convulsa, lo hanno guardato diventare piano piano cianotico e non si sono persi un istante. Hanno capito che l’uomo stava avendo una crisi respiratoria, probabilmente per un boccone finito “di traverso” e si sono precipitati verso di lui.

L’autista ha compreso che era proprio così; qualcosa stava occludendo le vie respiratorie dell’anziano che rantolava sempre di più ed ha iniziato quasi a perdere i sensi; subito il capo equipaggio si è posizionato dapprima lateralmente all’uomo, piegandogli il busto in avanti e “assestando” alcuni colpi a mano aperta sulla schiena all’altezza delle scapole, per poi cingerlo da dietro con un abbraccio energico, generando una compressione del torace, con una mano serrata a “pugno” sul diaframma e un’altra che copre il pugno spingendo verso l’interno e verso l’alto. La manovra di “heimlich” che lui da bravo carabiniere, da addetto al pronto intervento, esperto, ha imparato anni addietro e mai dimenticato.

Perché i due militari non sono ragazzini, anzi hanno molteplici lustri di carriera alle spalle, uno brigadiere capo, l’altro appuntato scelto qualifica speciale; ma non perdono mai l’entusiasmo e la vigile attenzione, tratti distintivi del “radiomobilista”.

Alla fine, il “bolo” che si era incastrato e che stava per risultare fatale, dopo diversi tentativi, è stato espulso con un forte colpo di tosse e Mario, questo il nome dell’83enne, riesce piano piano a riaversi, a riprendere respiro regolare e il suo originario colorito.

Gli attimi di panico e la tensione che era calata sul ristorante si sciolgono in un applauso liberatorio.  Giusto il tempo, per i militari, di recuperare la radio portatile e intraprendere il “normale servizio”.

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