BRINDISI – Una situazione di stallo divenuta “ormai intollerabile”. Per questo, è necessario che la Regione, dopo le dimissioni ritirate a stretto giro del DG Flavio Roseto, nomini subito un Direttore Generale “per dare risposte celeri all’enorme bisogno di salute della popolazione brindisina”. Il diktat arriva dalla segretaria provinciale della FP Cgil Brindisi Chiara Cleopazzo, che tira la giacchetta al governo regionale chiamato, da un lato, a risolvere la “vacatio” in capo all’azienda sanitaria, dall’altra ad aprire “un serio focus sul cattivo stato di salute in cui versa la sanità Brindisina. Da tempo, per la verità, la FP CGIL Brindisi prova a rappresentare le numerose criticità che derivano da una insufficiente programmazione gestionale ed organizzativa. Una fotografia della situazione attuale che esprime anche il divario nella capacità di fornire il livello standard di prestazioni a svantaggio della nostra provincia rispetto al resto del Paese e della stessa regione. Un dato per tutti: il 50% dei residenti in Provincia di Brindisi affetti da neoplasia si reca fuori per diagnosi e cura. E come categoria vorremmo poter discutere su come elaborare un piano gestionale che sappia traguardare il “benessere collettivo” dei dipendenti sempre più stremati dai carichi di lavoro e soprattutto il diritto costituzionale, valevole erga omnes (compresi i cittadini che non possono permettersi di ricorrere alle cure private ovvero all’intramoenia), dei cittadini alle cure migliori possibili”.
Sanità malata: effetto post covid?
Il sindacato analizza, poi, altri dati, tutt’altro che lusinghieri, in tema di prevenzione e cure oncologiche.
“Vorremmo capire – prosegue la nota – come la ASL intende programmare l’attività sanitaria dopo lo scenario determinato dalla epidemia da SARS – CoV – 2 che ha comportato, negli ultimi tre anni e più, un drastico allentamento dell’attenzione sulle patologie cronico degenerative come la onco-ematologia. È bene evidenziare che, ogni anno, nella nostra Provincia oltre 2400 persone ricevono la diagnosi di cancro e 1000 sono i decessi a causa di tale malattia, ed in tutto nella nostra provincia vivono 12.500 pazienti con diagnosi di tumore, su un totale di 393.000 abitanti; vorremmo capire come si potenzia l’attività di prevenzione e quali investimenti si intendono adottare considerato che i tassi di incidenza dei tumori potrebbero avere una drastica impennata nei prossimi anni tenuto conto che la crisi energetica in atto e la carenza di gas ha comportato un notevole aumento dell’uso del carbone: i dati forniti nella relazione dell’ARPA Puglia sulla qualità dell’aria del dicembre 2022 vengono riportati in modo inequivocabile gli sforamenti dei valori soglia dei principali inquinanti che ci inducono purtroppo a pensare che ci sarà il danno sanitario così come avvenuto in passato; vorremmo capire come si vuole affrontare il dramma della mobilità passiva nazionale e infraregionale. Sono troppi i viaggi della speranza dei Brindisini in altre strutture, fino ad arrivare – come già detto – a registrare il dato più eclatante del 50% dei residenti nella nostra provincia affetti da neoplasia che si reca fuori per diagnosi o cura; vorremmo capire come si intende definire e risolvere concretamente la vergogna delle lunghe liste d’attesa con esami addirittura non prenotabili. Molti sono ormai i processi di autoesclusione dalle cure di chi non ha possibilità di ricorrere alle cure private e questo lo riteniamo non solo insopportabile ma non degno di un Paese civile che all’art 32 della nostra Costituzione antifascista, nata dalla lotta di resistenza, prevede il DIRITTO ALLA SALUTE; Vorremmo capire quando si vuole applicare il Piano di Riordino Ospedaliero tenuto conto che ad oggi si sono soprattutto soppressi servizi e posti letto senza attivare tutto ciò che era previsto dallo stesso piano. Ormai si chiude tutto. Si è appreso in queste ore che chiuderà pure l’ostetricia/ginecologia dell’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana. A tal riguardo, è importante osservare che la ristrutturazione della rete ospedaliera e territoriale della provincia di Brindisi ha avuto un forte ridimensionamento con una media posti-letto/per mille abitanti teorico – mai raggiunto – del 2,7 (tra chiusure e mancate attivazioni ora siamo al misero 2,3 – 2,4 ) contro una media nazionale del 3,7 per mille abitanti e regionale del 3,4. A ciò non è corrisposto nemmeno un adeguato potenziamento dei servizi territoriali; vorremmo capire quando si rivedranno i meccanismi di determinazione del fabbisogno di personale e individuare, nell’immediatezza, una risposta all’urgenza di risolvere o almeno mitigare le attuali gravi carenze d’organico. Tale drammatica carenza riviene in ragione del fatto che la ASL BR è tra quelle che più ha risentito delle restrizioni degli ultimi anni dovuto al piano di rientro. E probabilmente, il deficitario Piano di Riordino della ASL BR è scaturito non da uno studio epidemiologico bensì è stato verosimilmente calibrato in base alla dotazione organica esistente; vorremmo capire cosa si intende fare per bloccare l’emorragia di professionisti (medici, infermieri, fisioterapisti, ecc.) che abbandonano la ASL BR per andare a lavorare altrove. Segno evidente di una mancata fidelizzazione dei lavoratori alla propria Azienda dovuto al fatto che si “lavora in cattività” a causa di uno stress psico-fisico insostenibile; vorremmo capire, pure, perché codesta Azienda si applica in modo anche eccessivo su aspetti “carrieristici” (molte volte – a nostro avviso – anche sbagliando gli atti) e molto meno nella gestione sanitaria che mostra tutte le sue criticità come del resto evidenziate anche dalle cronache dei giornali; vorremmo capire quando si affronterà il tema dell’edilizia sanitaria o quando si aprirà un CANTIERE (uno) previsto dai progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; vorremmo capire quando si risolveranno le vertenze in atto a cominciare da quella di sanitaservice (la ASL BR è socio unico ) che vede ancora non stabilizzati i Lavoratori che hanno prestato servizio e rischiato la propria vita per assicurare la corretta gestione dell’emergenza sanitaria da Covid 19. È grave anche dal punto di vista Etico non aver ancora risolto il problema e questo vale per tutte le istituzioni responsabili (ASL, Sanitaservie e Regione); vorremmo, in definitiva, avere risposte e tavoli di confronto proficui su tutto questo e su tanto altro, per contribuire fattivamente a costruire condivise battaglie di sistema a tutela del nostro servizio sanitario pubblico e universale.
Sanità malata: subito al nomina del nuovo DG
Infine, la FP Cgil rimarca la necessità di “nominare, senza indugio, il nuovo Direttore Generale allo scopo di assicurare in questo delicato momento la governance del sistema sanitario provinciale, indispensabile per imprimere un cambio di rotta utile a garantire il diritto alla salute dei Cittadini del nostro territorio. La FP CGIL – conclude la Cleopazzo – vuole discutere di buone pratiche, di merito, di come traguardare risposte collettive evitando di sconfinare in considerazioni o appelli che nulla hanno a che fare con le prerogative dell’attività sindacale”. Lo stesso appello, nei giorni scorsi, era arrivato anche dal consigliere Regionale PD Maurizio Bruno, che commentava la chiusura temporanea, a partire dal 10 marzo, del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Camberlingo.
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