Quattro ammiragli della Marina Militare, imputati per la morte di Alessandro Nasta, nocchiere brindisino, sono stati condannati per concorso in omicidio colposo.
Il tribunale di Civitavecchia ha emesso la sentenza di primo grado nel processo per il decesso di Alessandro Nasta, morto 11 anni fa dopo essere precipitato da un’altezza di 15 metri mentre la nave scuola Vespucci era in navigazione al largo di Civitavecchia, dopo la partenza dalla base di La Spezia.
Giuseppe De Giorgi, allora comandante in capo della squadra navale, Domenico La Faia, all’epoca comandante della Vespucci, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, capo di Stato Maggiore, e l’ammiraglio Bruno Branciforte, già capo di Stato Maggiore, sono stati condannati a pene che vanno da un anno e due mesi a un anno e dieci mesi, con sospensione condizionale.
I termini di risarcimento saranno stabiliti in sede civile, ma è stata disposta anche una provvisionale di 80mila euro per i genitori di Nasta e di 40mila per la sorella.
Il giudice Vittoria Sodani ha accolto le richieste di Federica Materazzo, pubblico ministero, che ha puntato sulle mancate misure di sicurezza prospettando “una catena di omissioni, nelle strutture e nei comandi intermedi”.
I quattro imputati avevano escluso qualsiasi addebito fin dalle prime battute del processo, dichiarando di non aver avuto alcun ruolo nella tragedia di Nasta: per questo, i legali avevano chiesto l’assoluzione per tutti.
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