Il deputato aveva presentato una dura interrogazione parlamentare contro il Comune di Brindisi contestando il trasferimento dei migranti dal dormitorio di Via Provinciale San Vito ad una struttura di Restinco.
“Accuse infondate, nessuna correlazione col tentato rapimento di un bambino dello scorso 11 ottobre”
Il Comune di Brindisi ha smentito ogni legame tra il trasferimento dei migranti da via provinciale San Vito alla nuova struttura di Restinco e il tentato rapimento di un bambino avvenuto lo scorso 11 ottobre da parte di un ospite dell’attuale centro di accoglienza.
La replica dell’amministrazione arriva dopo l’interrogazione parlamentare presentata nei giorni scorsi dall’onorevole Aboubakar Soumahoro, che aveva parlato di un provvedimento discriminatorio e razzista. L’Ente locale, attraverso una nota ufficiale, respinge con fermezza le accuse, definendole “infondati travisamenti di un percorso già avviato”.
“Il trasferimento rientra in un più ampio processo di riqualificazione delle strutture di accoglienza, avviato ben prima del recente episodio e della raccolta firme promossa da un gruppo di cittadini”, spiega il Comune.
Nella comunicazione inviata anche al Ministero dell’Interno, si puntualizza che “non compete al Comune la gestione dei soggetti affetti da problematiche psichiatriche, la cui presa in carico è garantita tempestivamente dall’ASL di Brindisi quando necessario”. Un passaggio diretto anche al rappresentante della comunità africana in città, Kone, a cui è stato precisato il ruolo istituzionale in materia sanitaria.
L’amministrazione sottolinea inoltre che gli attuali ospiti sono accolti in strutture temporanee, acquisite con “ingenti sforzi economici” e allestite con il supporto operativo di un’unità del Battaglione San Marco.
Quanto alla nuova sede in località Restinco, il Comune garantisce la creazione di “alloggi dignitosi, con servizio mensa e aule dedicate a corsi professionalizzanti”. Previsto anche un servizio di trasporto dedicato agli spostamenti verso i luoghi di lavoro e per le esigenze personali degli ospiti, “nel pieno rispetto del protocollo anti-caporalato attualmente in fase di definizione presso le Procure e le Prefetture della Regione Puglia”.
L’obiettivo, secondo l’amministrazione, è quello di offrire un sistema di accoglienza funzionale, sicuro e orientato all’integrazione, nel solco delle normative vigenti e con il coinvolgimento degli enti competenti.
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