Intanto, nella mattinata di sabato 14 giugno, udienza di convalida del fermo nel carcere di Taranto
Si terrà alle 9.45 di sabato 14 giugno, nel carcere di Taranto dinanzi al giudice per le indagini preliminari Francesco Maccagnano, l’udienza di convalida del fermo nei confronti di Camillo Giannattasio, 57 anni, originario di San Giorgio Jonico, arrestato dopo il conflitto a fuoco con la Polizia nelle campagne di Grottaglie.
L’uomo, finora incensurato, è stato bloccato durante la fuga insieme a Michele Mastropietro, 59enne di Carosino con precedenti penali, rimasto ucciso nello scontro a fuoco. I due si stavano allontanando dal luogo dove, poche ore prima, a Francavilla Fontana, era stato ucciso il brigadiere capo dei Carabinieri Carlo Legrottaglie, colpito durante un controllo.
Giannattasio ha chiesto volontariamente di essere sottoposto al test dello stub, che rileva eventuali residui di polvere da sparo sulle mani, ma gli inquirenti non avrebbero ritenuto necessario procedere. La richiesta è stata messa a verbale dal difensore, avvocato Luigi Danucci.
Il 67enne è attualmente in stato di fermo con l’accusa di detenzione illegale di armi e munizioni e ricettazione. Non è ancora formalmente indagato per l’omicidio del militare, su cui resta competente la Procura di Brindisi. Gli inquirenti stanno eseguendo approfondimenti sull’origine delle armi e sul coinvolgimento dell’uomo in eventuali attività criminali organizzate.
Nel corso delle perquisizioni, gli investigatori hanno rinvenuto un vero e proprio arsenale nascosto all’interno della ferramenta di sua gestione, tra cui:
- una pistola Beretta 9×21 con matricola abrasa;
- due fucili a canne mozzate calibro 12, di cui uno Benelli;
- pistole a salve, una lanciarazzi, numerosi coltelli;
- centinaia di cartucce di vario calibro;
- diversi telefoni cellulari, ora all’esame degli inquirenti.
L’esito dell’udienza di convalida sarà decisivo per l’eventuale emissione di una misura cautelare. Le indagini proseguono su più fronti, con l’obiettivo di ricostruire i movimenti e i legami di Giannattasio e Mastropietro nei giorni precedenti all’omicidio.
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