Bitonto, ulivi sradicati per un impianto fotovoltaico da 12 megawatt

La trasformazione del suolo ha provocato l’immediata reazione della Cia Puglia, che ha denunciato la distruzione di un patrimonio agricolo storico


“Ormai è solo una distesa di erba e malinconia”, commentano amaramente i passanti davanti a quello che un tempo era un uliveto rigoglioso. Siamo in località Pozzo delle Grue, alle porte di Bitonto, lungo la strada che conduce al mare. Su quel terreno, dove fino a poco tempo fa crescevano circa duemila alberi d’ulivo, sorgerà un impianto fotovoltaico con una potenza nominale di 11,9712 megawatt. L’area di quasi 15 ettari è destinata ad accogliere pannelli solari e colate di cemento.

La trasformazione del suolo ha provocato l’immediata reazione della Cia Puglia, che ha denunciato la distruzione di un patrimonio agricolo storico. “Quell’area oggi appare desolata, è un colpo al cuore”, ha dichiarato Gennaro Sicolo, presidente dell’associazione agricola, annunciando la richiesta formale di accesso agli atti. “È inaccettabile anche il silenzio dell’Amministrazione comunale”, ha aggiunto.

Secondo quanto riferito dal Comune di Bitonto, il progetto sarebbe stato autorizzato dalla Regione Puglia sulla base di una richiesta presentata dalla società Gdr Solar Srl circa quattro anni fa. “Non risulta alcun via libera dell’Ente regionale, come mi è stato confermato dai vertici del dipartimento Agricoltura”, replica però Sicolo. “Il Comune avrebbe potuto opporsi, ma ha scelto di non farlo. Da cittadino bitontino, mi sento tradito”.

Di diversa opinione l’Amministrazione locale. L’assessore all’Agricoltura Francesco Bardi ha spiegato che il procedimento è stato seguito con attenzione sin dall’inizio, pur non condividendone l’impostazione. “L’attuale normativa nazionale, in vigore all’epoca della richiesta, non consentiva un diniego neppure da parte della Regione”, ha evidenziato. Secondo Bardi, la mancata armonia tra i vari livelli istituzionali ha impedito qualsiasi intervento concreto.

Ma per Sicolo resta inaccettabile che un territorio come quello di Bitonto, storicamente legato all’olivicoltura, venga privato dei suoi simboli agricoli per fare spazio all’energia solare. “È uno scempio che contraddice la nostra identità. È davvero questo il futuro che vogliamo?” ha concluso.

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