Bari, lavoro: sedici tavoli di crisi ancora aperti

BARI – Natuzzi, Sedit, Bosch, Baritech, Hotel Palace, Brsi: un 2022 difficile dal punto di vista delle vertenze di lavoro nella nostra regione e in particolare nel Barese dove si concentrano un terzo delle trattative tra ammortizzatori sociali, cassa integrazione e contratti di solidarietà. Sono 39 complessivamente i tavoli di crisi trattati dalla task force regionale per l’occupazione, di cui 16 nel territorio della città metropolitana. Alcuni si sono risolti positivamente; altri sono tuttora aperti.

Quelli chiusi nel 2022 in tutta la regione sono 3: Petruzzelli, Falegnameria Spagnoletti e Dedalo. Mentre la vicenda Petruzzelli si è chiusa positivamente con il riassorbimento di quasi tutti i 75 esuberi, per le altre 2 aziende non c’è stato nulla da fare. I 16 tavoli di crisi di Bari e provincia, al momento all’attenzione della task force riguardano 4600 dipendenti. Fattori scatenanti potrebbero ricercarsi nella decisione europea di stabilire la deadline dei motori endotermici prevista per il 2035. Le vendite di auto a benzina o diesel sono crollate e molte aziende dell’automotive – la maggior parte concentrate tra Bari e Modugno – hanno registrato un crollo evidente. Un esempio su tutti quello della Bosch che, nonostante l’accordo chiuso con il Mise che ha evitato 700 esuberi con un piano industriale da 31 milioni di investimenti per puntare tutto sull’elettrico, avrebbe fatto comunque ricorso alla cassa integrazione per i suoi lavoratori. Discorso simile per la Magneti Marelli, con i suoi 1100 dipendenti e il 50% che lavora sull’elettrico. La partita, quindi, anche per questo 2023 è tutta da giocare.

 

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