Autonomia differenziata, per Consulta referendum inammissibile

La Corte Costituzionale ha bocciato il referendum abrogativo sull’Autonomia differenziata delle Regioni, confermando invece l’ammissibilità dei quesiti su lavoro e cittadinanza. La sentenza sulla cosiddetta “legge Calderoli”, che definisce le basi per attribuire nuove competenze alle Regioni, rappresenta un sollievo per il governo e un’importante vittoria per la Lega. Il quesito era stato promosso dalle opposizioni, che puntavano ad abrogare la norma approvata lo scorso giugno.

Secondo la Consulta, il referendum non sarebbe idoneo a garantire una scelta consapevole degli elettori, trattandosi di una questione che richiede una revisione costituzionale. La legge, già contestata da alcune Regioni e soggetta a correzioni su temi come i Livelli essenziali di prestazione (Lep) e le aliquote tributarie, sarà comunque modificata in Parlamento, come dichiarato dalla premier Giorgia Meloni.

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, accoglie favorevolmente la sentenza, definendola un passo importante per il rispetto della Costituzione e dei principi di unità nazionale. Soddisfatto anche il governatore lombardo Attilio Fontana, che sottolinea come la Corte abbia respinto ogni tentativo di divisione tra Nord e Sud.

Gli altri quesiti referendari, promossi da +Europa e dalla Cgil, sono stati invece ammessi. Tra questi, il referendum sulla cittadinanza per gli extracomunitari e quelli su temi legati al lavoro, come il Jobs Act e i contratti a termine. Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa, ha evidenziato l’importanza di norme più inclusive per favorire la partecipazione degli immigrati alla vita del Paese.

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