Trent’anni antiracket San Vito dei Normanni: “Nessuno può fare solo, vittoria dell’antimafia sociale”

SAN VITO DEI NORMANNI- “E adesso il racket è un incubo”, “Ho paura per la famiglia ma continuerò”, “Escalation di ordigni esplosivi”, “Una bomba poche ore prima del vertice col prefetto”: si è aperta con la rassegna dei quotidiani di trent’anni fa la giornata “Per la legalità insieme si può” che ha celebrato il 30esimo anniversario della fondazione dell’Acias (Associazione commercianti imprenditori antiracket di San Vito dei Normanni).

Un parterre ricco di ospiti, dal presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, al Prefetto di Brindisi, Carolina Bellantoni, il Procuratore della Republica di Brindisi, Antonio De Donno, il Questore Ferdinando Rossi (che ha ricevuto l’incarico presso la questura di Foggia), il colonnello Vittorio Carrara del comando provinciale dell’Arma dei carabinieri, il colonnello Piergiorgio Vanni della Guardia di Finanza, l’onorevole Gianluca Aresta e il presidente della provincia di Brindisi, Toni Matarrelli.

L’evento, organizzato dall’amministrazione comunale guidata dal primo cittadino Silvana Errico e dall’associazione, presieduta da Angelo Tedesco, ha visto sul palco i protagonisti politici, giudiziari e delle forze dell’ordine dell’epoca che hanno tracciato un percorso fondamentale di legalità per la città di San Vito dei Normanni, riscopertasi comunità di diritto al pari della rivincita ottenuta da quella di Capo d’Orlando (Messina, Sicilia) grazie alla passione civile avvolgente di Tano Grasso.

L’Acias di San Vito dei Normanni è stata fondata il 24 gennaio 1992 su spinta dell’ex reduce e sempre combattente Rosa Stanisci, “sindaco antiracket” di San Vito, dagli imprenditori e commercianti finiti nella morsa del racket che si son fatti guidare da Tano Grasso, oggi presidente onorario della Fai (Federazione antiracket italiana).

Nella giornata, oltre a ripercorrere gli anni bui della città fino alla fondazione dell’Acias con l’allora reggente della Squadra mobile di Brindisi, Salvatore de Paoli, Domenico Pagano, nel 1991 comandante della compagnia carabinieri di Brindisi, Vincenzo Iaia, sindaco nel 1991 e Franco Garofalo, tra i soci fondatori dell’Acias, rilevanza e ringraziamenti particolari sono andati agli studenti presenti, uomini e donne di domani cui sono stati lanciati messaggi di legalità e cui si affida il futuro della comunità.

Inoltre, l’emozionato sindaco Silvana Errico e l’associazione Acias, hanno consegnato le benemerenze civiche alle forze dell’ordine protagoniste della lotta all’antiracket il procuratore della Repubblica di Brindisi, Antonio De Donno, il questore Ferdinando Rossi, il colonello Vittorio Carrara e il capitano Antonio Corvino, nonché all’ordine dei Francescani di cui ha fatto parte il compianto sacerdote antiracket Padre Angelo Quero.

E, oltre al giornalista Gianmarco Di Napoli sul palco, anche se non presente, il giornalista Marcello Orlandini originario di San Vito dei Normanni, che ha scritto di più di sessanta attentati tra il 1991 e il 1992, ha fatto pervenire un messaggio a tutti i presenti: “Oggi noi cittadini – Stato con i nostri pregi e difetti come diceva dieci anni fa Emiliano, dobbiamo essere certamente consapevoli degli effetti di quella lontana vittoria che hanno consentito una lunga tregua a San Vito dei Normanni, ma anche del fatto che non c’è reale sicurezza se si sceglie la cristallizzazione dei ricordi invece che la nostra crescita culturale, la cura della solidarietà sociale e l’efficienza delle amministrazioni locali.

Michele Emiliano: “Grazie all’esperienza di don Ciotti abbiamo costruito l’Antimafia sociale”

“Quando Rosa Stanisci si presentò per dirmi che il paese era in subbuglio non avevamo particolari strumenti. Qui abbiamo imparato a fare insieme attività repressiva e le indagini, era molto dura” ha detto l’allora pubblico ministero Michele Emiliano.

“Rosa si arrabbiava perché non investigavamo e dall’altra parte abbiamo imparato dall’esperienza anche di don Ciotti a costruire una nuova categoria che è quella dell’antimafia sociale.

“La sera in cui si fondò l’Acias sul modello di Capo d’Orlando abbiamo iniziato una strada che arriva fino a oggi: la regione Puglia investe 30 milioni di euro l’anno per l’antimafia, una trama resistente e vi ringrazio”.

Il Procuratore di Brindisi, Antonio De Donno: “San Vito dei Normanni è stato l’esempio per reagire”

“Siamo partiti veramente da zero, il momento era difficile perché è stato difficile rompere il muro dell’omertà, la gente aveva paura e non si rischiava. Quel principio di solidarietà di cui avevamo bisogno è stato rotto proprio a San Vito dei Normanni. Ha dato l’esempio che si poteva reagire, che l’opinione pubblica poteva reagire: è crollato il convincimento del sodalizio mafioso. E rompere il muro è stato fattore scardinante, grazie anche a chi ha collaborato con la giustizia, incidendo sullo sviluppo economico del territorio. Oggi siamo sempre attenti a captare segnali della ripresa ed è alta l’attenzione alla criminalità.”

Prefetto di Brindisi, Carolina Bellantoni: “Ora dobbiamo combattere, fare rete e denunciare”

“Quello di oggi è un messaggio bellissimo nei confronti degli studenti. Ciò che conta ora è combattere la criminalità, fare rete e denunciare. Sono di origini campane e so cosa significa vivere in un territorio omertosi in cui c’è difficoltà a esprimere la propria persona. Il vostro compito è di sapere di dover combattere e contrastare qualsiasi forma di illegalità, prevaricazione, che sono gli strumenti che ha usato la mafia soprattutto nel Mezzogiorno. Al nord esiste la criminalità organizzata come esiste al sud ma è raffinata.

In Puglia sta assumendo molto spesso l’aspetto di quella del nord, meno visibile. Ma non significa che non ci sia. E per questo è importante che venga sempre attenzionato. I ragazzi devono imparare a come vivere quando prenderanno il nostro posto e fare attenzione a captare i segnali di illegalità.”

Questore Ferdinando Rossi: “La mafia esiste ancora oggi e dobbiamo tenere gli occhi aperti”

“A Brindisi e provincia la mafia esiste ancora oggi. Chiaro che non è ai livelli dei primi anni ‘90 però teniamo gli occhi ben aperti perché la criminalità organizzata brindisina esiste ed è operativa sul territorio. Quando sono arrivato tre anni fa ho avuto incontro in prefettura con le associazioni del territorio e mi rendo conto che il presente non è tutto rosa e fiori. Certo, migliore al passato, ma preserviamolo e cerchiamo di renderlo migliore.”

Colonnello Vittorio Carrara: “Uno stimolo per me e per i miei collaboratori”

Il colonnello ricorda il sacrificio e l’onore di Angelo Petracca, il carabiniere rimasto coinvolto in una sparatoria durante una rapina in banca a Ceglie Messapica: “Era il 21 gennaio 1991 e da quel giorno sono cambiate tante cose grazie all’impegno e al contributo dei carabinieri. È stato significativo e nei primi mesi venne incrementata la stazione di San Vito, embrione della costituenda Compagnia dei carabinieri. Lo stimolo per me e i miei collaboratori per andare avanti e fare sempre meglio”.

 

 

 

 

 

 

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