Scoppia la polemica ad Andria dopo la comunicazione relativa alla costituzione di un “Comitato Pro-Agricoltura”, di cui però non si conoscono i fondamenti legali né le modalità di partecipazione. A prendere posizione sono gli agricoltori autonomi e indipendenti del territorio, che smentiscono con fermezza qualsiasi coinvolgimento e affermano di non essere mai stati consultati.
Secondo le rappresentanze agricole, non vi sarebbe stata alcuna riunione pubblica, né comunicazione preventiva o confronto sui temi cruciali per il comparto, a partire dalle cartelle esattoriali legate al Tributo 630, fino alla questione della Xylella. Tematiche su cui, sottolineano, hanno già agito per vie legali e istituzionali, con ricorsi sostenuti da C.L.A.A. e UNIBAT, accolti dalla Corte di Giustizia Tributaria.
“Nessuno sapeva nulla di questo comitato. Non ci rappresenta e non ha alcuna legittimità”, dichiarano gli agricoltori che denunciano anche il silenzio dell’amministrazione comunale sulle criticità del settore, dall’aumento dei costi per l’irrigazione alla condizione dei fondi pubblici agricoli abbandonati.
Tra i firmatari delle precedenti denunce figura anche il sindacalista Savino Montaruli, che già tre anni fa aveva presentato un esposto sulla diffusione della xylella, evidenziando gravi ritardi nella gestione dell’emergenza.
La critica è netta: “Un’amministrazione invisibile ha ignorato il comparto agricolo per quasi cinque anni e ora tenta di recuperare credibilità con iniziative di facciata”. Gli agricoltori parlano di fallimento politico e amministrativo e respingono ogni tentativo di essere associati a progetti nati “a tavolino”, accusando il Comune di voler coprire la mancanza di interventi concreti con operazioni mediatiche.
Nel mirino anche l’improvvisa comparsa di operatori intenti a ripulire alcune aree nei pressi della Tenuta Papparicotta, già oggetto di un esposto e di un recente reportage video. Un’azione vista come tardiva e strumentale.
“Altro che Radici della Prevenzione: l’unica radice visibile è quella del degrado”, concludono gli agricoltori, esprimendo preoccupazione per un settore che, dopo il commercio e i servizi, rischia di essere definitivamente compromesso.
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