Apnee notturne, ‘In Italia 30 miliardi di euro l’anno di costi sociali’

Il tema è quello delle apnee notturne o meglio della sindrome apnee ostruttive del sonno (Osas), una patologia sotto diagnosticata, che riguarda anche i bambini e che se non diagnosticata per tempo può diventare una malattia mortale. Se ne è parlato a Bari in un convegno medico organizzato dall’Associazione nazionale dentisti Bari-Bat.  Fondamentale è l’approccio interdisciplinare.

Fabio De Pascalis

«Abbiamo visto le diverse discipline che entrano in campo per questa patologia molto seria. Abbiamo visto dati impressionanti – afferma Fabio De Pascalis presidente Andi Bari-Bat –  poco conosciuta da parte dei cittadini ma che necessita di una formazione importante nell’ambito medico. L’odontoiatra è un medico sentinella, evidenzia il problema e insieme a un team con pneumologo, otorino, neurologo, odontoiatra si cerca di impostare un piano terapeutico ideale per il paziente». Negli Stati Uniti i costi sociali dell’Osas sono pari a 411 miliardi di dollari all’anno e in Italia sono 12 milioni le persone che soffrono di Osas e in termini economici il costo è pari a 30 miliardi di euro l’anno.

Filippo Anelli, presidente FNOMCO ha sottolineato, nel suo intervento, l’importanza dell’approccio interdisciplinare nella diagnosi e cura della patologia Osas. Fondamentale è il ruolo dell’odontoiatra oltre che degli altri specialisti. Il professor Giuseppe Lo Giudice e il dottor Giuseppe Renzo si sono soffermati sulle relazioni fra codice deontologico e tecnologie sempre più evolute. Cambia anche il rapporto medico paziente in quanto stanno cambiando le tecnologie. «Grazie alla tecnologia possiamo fare piani terapeutici, dialogare con colleghi molto lontani, qualunque immagine può essere processata e divenire patrimonio comune. Ma questa opportunità va governata e il ruolo del medico e dell’odontoiatra non può essere sostituito dalla Intelligenza artificiale».

Filippo Anelli

Una patologia di cui si conosce ancora poco. «Bisogna fare maggiore attenzione soprattutto a livello di formazione dei medici. Purtroppo – sottolinea il professor Raffaele Ferri, Direttore scientifico IRCCS Oasi di Troina – l’università italiana dedica in media 2 ore in tutto l’arco di studi, alla medicina del sonno e questo poi si riflette fortemente sulla conoscenza che la classe medica ha in generale: eppure alla lunga può essere una patologia letale che causa conseguenze di tipo cardio vascolare e metabolico che possono accorciare l’aspettativa di vita. Fondamentale è l’approccio interdisciplinare. Comunque si può curare e si può guarire abbiamo molti mezzi a disposizione e diversi approcci da cucire addosso alla persona e uno di questi è quello odontoiatrico».

Ma le apnee notturne sono anche alla base di molti incidenti che si verificano sul posto di lavoro o su strada. E’ il tema affrontato dal professor Francesco Introna – Ordinario di Medicina Legale all’Università di Bari e presidente SIMLA. «Molti incidenti potrebbero dipendere da questa patologia, certezze non ce ne sono e questo è il problema dal punto di vista medico legale, tanto diffusa ma così difficile da accertare quando non è denunciata. I costi sociali sono molto alti. Mi chiedo chi paga i soggetti coinvolti, i terzi trasportati di un guidatore che ha una apnea notturna dovuta all’Osas e quali sono le stimmate che il medico legale deve ricercare nel cadavere per dire che questo è un soggetto che verosimilmente può aver sofferto di un colpo di sonno da Osas?. Ci sono deficit di formazione. Con l’evoluzione della medicina il medico dovrebbe avere un corso di studio di 10 anni, certo le patologie del sonno sono molto importanti e io come presidente Simla – conclude Introna – cercherò di creare un gruppo poli-disciplinare di studio per l’Osas perché questa patologia ha una ricaduta pesantissima a livello sociale».

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